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Da Randa (Svizzera), ci incamminiamo tra le tradizionali baite seguendo una stretta e ripida strada in corrispondenza del cartello “Domhutte”. Un breve tratto di sentiero tra i prati si congiunge ad un’altra stradina che percorriamo verso sinistra per pochi metri; un altro cartello ci indirizza poi a destra e qui inizia il sentiero vero e proprio. Ci addentriamo nel bosco con un ripido ma comodo ed evidente sentiero, in breve saliamo di quota grazie anche ai numerosi tornanti. Il bosco poi si dirada gradualmente e raggiungiamo un bivio con i cartelli che, oltre alla Domhutte, indicano tra l’altro il sentiero “Europa-Weg” e l’Europahutte. Proseguiamo salendo ed in breve raggiungiamo un altro bivio con altri cartelli. Continuiamo per il sentiero sempre ben evidente e sempre più ripido fino a che, raggiunta una zona rocciosa, procediamo per un tratto attrezzato con corde fisse e scalette e lo superiamo. Procediamo ora con una pendenza media, siamo poi in vista del rifugio che raggiungiamo sul suo lato sinistro: eccoci alla Domhutte.

Al mattino prestissimo la sveglia alla Domhutte è collettiva, visto che la meta è comune a tutti: ore 2,45 più o meno. Ci incamminiamo per il sentiero che risale la morena, le tracce e gli ometti ci sono d’aiuto per arrivare al Festi-Gletscher. Procediamo ora sul ghiacciaio aggirando i numerosi crepacci presenti soprattutto nel primo tratto. Sul lato sinistro del ghiacciaio seguiamo la traccia e, ad un certo punto, risaliamo a sinistra la cresta Festi-Grat molto ripida, facendo attenzione alla caduta pietre, fino al Colle Festi-Joch. Qui siamo tra il Festi-Gletscher, in parte appena percorso, e il Hohberg-Gletscher che ci appare vastissimo sulla sinistra. Scendiamo il tratto ripidissimo di ghiaccio e seguiamo la traccia che con un’ampia svolta risale a destra il Hohberg-Gletscher. Questa traiettoria ci permette di allontanarci da una zona di possibili scariche di blocchi di ghiaccio provenienti da destra. Alla nostra sinistra il ghiacciaio è delimitato, salendo, da Hohberghorn, Stecknadelhorn, Nadelhorn e Lenzspitze. Proseguiamo salendo nella zona centrale del ghiacciaio fino a che, verso destra, risaliamo il fianco del Dom con una pendenza rilevante. L’interminabile pendio ci permette di giungere alla sommità innevata e poi alla croce su roccia che identifica la vetta del Dom, la più alta interamente svizzera.

Da Randa (Svizzera), una via più diretta, anche se più impegnativa, ci abbrevia e vivacizza la salita. Arriviamo al Festi-joch, come sopra descritto, e lasciamo la via normale di salita mantenendo la traiettoria della cresta, quindi diritti verso monte. Ci teniamo principalmente sul lato sinistro della cresta che alterna tratti innevati a tratti di roccia. Continuiamo la lunga salita in questa alternanza e raggiungiamo una parte nevosa meno ripida. Lievemente a sinistra percorriamo la traccia che ci permette di raggiungere la sella, denominata Gabel, che divide l’anticima alla nostra destra, e la vetta del Dom a sinistra. Alcuni passi nella sella pianeggiante ed affrontiamo il ripido pendio che ci separa dalla cima. Alcuni metri prima di arrivarci, vediamo la croce a destra della calotta nevosa. Ancora pochissimi passi e giungiamo sulla vetta del Dom, una cima particolarmente panoramica e di soddisfazione.

 

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